Non andate in Sicilia!
Ho visto abbastanza posti nel mondo, ma ce n'è uno che è così vicino alla mia idea di perfezione, che non mi dispiacerebbe tornarci più e più volte: la Sicilia. Ora, io vengo dalla più bella città del mondo (Roma), e questa mia opinione non cambierà mai no matter what, ma Roma può essere una città stressante, non ha una spiaggia decente, è troppo grande e troppo incasinata, piena di turisti e ... beh, merita sicuramente una vacanza se non avete avuto la fortuna di nascere lì, ma non LA vacanza.
E invece la Sicilia. Come dico sempre agli stranieri, e per questo ad un certo punto reclamero' un qualche tipo di ricompensa dall'ente del turismo siciliano, la Sicilia ha tutto. Le spiagge più belle, città storiche incredibili, la polvere (tornerò su questo concetto più avanti), cibo fantastico (fantastico e diverso da quello che il turista medio si aspetta dall'Italia), e, soprattutto, niente americani che colonizzano i vigneti degustando vino che non hanno la cultura sufficiente per capire (questo ovviamente l'ho messo solo nella versione italiana del post).
Ora, la polvere. Dopo aver visto un po' di posti sparsi per il mondo, ho fatto una lista delle caratteristiche imprescindibili che un posto deve avere per essere il mio posto, e l'ho fatto cercando sovrapposizioni nella mia top ten dei posti che piu' mi sono piaciuti negli anni. Risulta che una delle caratteristiche principali è la polvere. Amo i quartiere polverosi, amo le facciate dei palazzi che mostrano i segni del tempo, amo i vestiti stesi fuori dalle finestre, amo le sedie in legno con gli anziani che sorvegliano la strada. Ho adorato l'Alfama di Lisbona, ho amato Hanoi in Vietnam, ho amato Tel Aviv, amo Ortigia, Marzamemi, Ragusa, Palermo in Sicilia. Mi e' piaciuta Tokyo, mi e' piaciuto il Canada e l'Australia, ma in un certo senso a questi posti mancava qualcosa per scalare la mia top ten personale.
E come ho già detto, si mangia da paura. Dimenticatevi della pizza. Pasta con pesce, un sacco di mandorle e pistacchi, un sacco di erbe fresche, ma anche cibo di strada strafritto, melanzane in ogni forma e cottura (e io sono la regina di melanzane, si sa), c'è addirittura un festival di couscous! E poi lui, sua maestà il cannolo. Non dimenticherò mai la mia prima mattina a Catania, dopo aver dormito in un b&b collocato strategicamente a due passi dal posto del cannolo a Catania (secondo le mie ricerche, la pasticceria Savia), il mio coinquilino e io dando il nostro primo morso al cannolo guardandoci negli occhi, felici di essere in vacanza, felici di essere insieme, felice di star mangiando un pezzo di felicità. E l'estasi e' continuata per tutti i 5,5 giorni che abbiamo trascorso in Sicilia (non abbastanza, lo so).
Adesso forse potete capire che il pesce che ho fatto l'altro giorno, rispetto a quello consumato in situ, è solo un pallido tentativo di alleviare la crisi di astinenza che induce la Sicilia. Da cui il titolo: se non volete diventarne dipendenti, non visitate la Sicilia! (E sì - questo è un trucco stupido per attirare più clic di pagina)
PESCE SPADA CON PISTACCHIO E MENTA
(Per due)
due fette di pesce spada
10 pistacchi
un cucchiaio di pangrattato
menta
vino bianco
Tostare i pistacchi in una padella calda, poi frullarli con il pangrattato e menta; panare il pesce spada da entrambi i lati, quindi saltare le fette in padella con un paio di cucchiai di olio EVO non piu' di 30 secondi per lato. Sfumare con un goccio di vino bianco, lasciare andare qualche secondo in piu' e mangiare caldo.
